Queste parole, solo a me qualcosa dicono, le riporto solo per l'apprezzamento che meritano e per la necessità che sento, di farle conoscere ad altri.
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
(P. Neruda)
IL TEMPO E' LA COSA PIU' PREZIOSA CHE UN UOMO POSSA SPENDERE
Teofrasto
(Filosofo greco)
CORRISPONDENZA INTERCORSA TRA ME
ED UN LUMINARE DI CARDIOLOGIA
IN OCCASIONE DI UN GRAVE ACCADIMENTO FAMILIARE
RISOLTO POI, FORTUNATAMENTE, NEL
MIGLIORE DEI MODI.
Lucca, 11.05.2006
Chiarissimo Dr. COLOMBO
Vivevamo bene, senza alcun problema esistenziale all'infuori dei soliti problemi di routine, due figli (maschio e femmina grandi) il maschio si sposa fra un mese, più un'altro figlio di tredici anni, frutto di un....."richiamo" dei sensi e della vita che ci è stata benevolmente e unilateralmente concessa da un'Entità Superiore (mi permetto di usare quest'espressioni poichè, visitando casualmente il Suo sito, mi avvedo di trovarmi in un terreno ricettivo fertile e non propriamente laico).
La salute ? Mi è venuta in mente solo quando, sporadicamente soffro di coliche renali.......che dolore!! Ma niente di più, oppure quando qualcun altro mi racconta le sue sofferenze, tutto qui....che fortuna!!
Tutto bene, prima e dopo la morte di mia madre nel 1997, dopo le complicazioni di un'ictus e di una grave insufficienza renale che l'ha tenuta inferma in un letto per quattro anni di seguito, tutto bene dicevo, fino a ieri: mia moglie (51 anni) un sudore freddissimo, una sensazione di torpore, di indolenzimento o forse qualcos'altro non meglio definito dappertutto, dalla bocca dello stomaco in sù sino al viso, sarà qualche doloretto dei soliti, ma nuovo, mai subìto.....prenderò un'Aulin...vedrai che tutto passa subito.
Niente, non passa ma aumenta la sofferenza, misuro la pressione: 55/90, caspita è bassissima! Chiamo il dottore, gli descrivo i sintomi:
..."Signor TORRINI, sono in visita presso un'altro paziente, interrompo e vengo subito da Lei, bisognerà chiamare il 118, arrivederci a tra pochissimo".
Ma che è? Che è successo?......... e qui mi si apre un pensiero: è grave! Da quì in poi comincia un'ignorante consapevolezza: la salute di Paola dev'essere in pericolo! Non dico niente ed aspetto nemmeno cinque minuti.
Arriva il dottore, controlla un'attimo, misura la pressione conferma la mia misurazione, si attacca al telefono col 118:......."fate più presto che potete, c'è sospetto di infarto".
Queste parole mi rimangono nella testa e mi vorticano con una senzazione di un'eco angosciante e ripetitivo: INFARTO....INFARTO...INFARTO!
Il dottore mi dice, parla, mi rassicura:.....BLA BLA BLA BLA, non lo ascolto, non sento niente di ciò che dice, sento solo quell'eco: INFARTO....INFARTO...INFARTO, la "BESTIA" ha colpito.
Ho sentito sino ad oggi solo di gente che aveva avuto infarti e che poi era.....irrimediabilmente .....deceduta, ma ammetto la mia ...fortunata ignoranza.
Arriva il 118: una dottoressa e cinque infermieri, li vedo indaffarati e consapevoli dell'urgenza, fanno il tracciato, lo leggono insieme al medico curante, confabulano, mettono una flebo: ....."è mica allergica all'Aspirina?" No, aggiungono il contenuto di una fiala alla flebo.
Allora mi faccio dire meglio dal medico ripromettendomi di non dar voce a quell'eco e sento:...."sua moglie ha in corso un'infarto peraltro abbastanza leggero, bisogna ricoverarla per una coronarografia e poi faranno an'angioplastica." Ma che razza di roba è questa qui?
Son passati in tutto forse trenta minuti dalla mia telefonata al medico, Il 118 ultima le operazioni anzidette e, caricata mia moglie sull'ambulanza, parte alla volta dell'ospedale di Lucca.
Rimango attonito, non ho capito molto, non mi torna, ma come, d'infarto si muore, ma mia moglie non ha perso un'attimo di conoscenza, guardo, in giro per la casa, la infinità di residui lasciati dal 118, sacchetti di carta, siringhe, involucri di plastica e carta, guanti di gomma, metto un po' d'ordine, il piccino è di la in camera sua, ignaro, non ha sentito niente.... beata innocenza dell' infanzia! Non voglio che trovi questo caos, organizzo il suo trasferimento alla mia insostituibile vicina spiegandogli che la mamma si è sentita un po' male e che bisogna che vada a farle una visita medica:... ciao piccolo, stai tranquillo, ci vediamo dopo!.... Grazie Annalisa, ti faccio sapere.
Parto alla volta del pronto soccorso sempre con quell'eco nella testa.......INFARTO.....INFARTO....INFARTO! Giunto al pronto soccorso, non ci sono infermieri nella sala, solo parenti di altri sfortunati colpiti da non so che con gli sguardi assenti, vaghi e con espressioni preoccupate e la porta di accesso alle sale visite irrimediabilmente chiusa e non apribile dalla mia parte, busso....niente, non c'è risposta. il mio cuore ha un sobbalzo poichè la porta finalmente si apre ed appare una infermiera, la assalgo spiegandole chi sono e chiedo notizie......."un momento prego" e si richiude la porta alle sue spalle. Altri cinque minuti passano prima che noti la porta riaprirsi ed ecco una dottoressa:......"sua moglie ha avuto un infarto piuttosto esteso ed è stata portata in U.T.I.C, al piano secondo, cardiologia.....? terapia intensiva". Ho capito solo terapia intensiva, corro, vado seguendo le indicazioni percorrendo come un labirinto senza riferimenti chiari e descrittivi. arrivo... tutto chiuso senza un'anima intorno, al sopraggiungere di un'infermiera:.......mi scusi, vorrei sapere......, mi dice:....aspetti che sia chiamato, io non so'. Quanto tempo? Forse due ore, si apre la porta e due portantine trascinano un letto, c'è sopra, con delle flebo e dei fili attaccati agli arti ed al petto, mia moglie sorridente, chiedo come sta e se il malessere gli è passato:....."si, sto meglio, ora sto decisamente meglio". ...La portiamo al suo posto e poi potrà entrare..., mi dicono le due gentilissime portantine. saluto mia moglie e mi siedo ad aspettare nuove. Sono più tranquillo, l'ho vista e mi sono rincuorato......ma d'infarto non si muore? Allora capisco:....si, ma non sempre ed obbligatoriamente, fortunatamente c'è anche dell'altro, fortunatamente c'è anche la possibilità di salvezza, io non sapevo, la mia ignoranza mi ha procurato tanta paura ed apprensione, ora sono più tranquillo. Un'altra ora di attesa seduto ed in piedi a circolare senza senso nei locali antistanti quella porta senza notizie a rimuginare tutto ciò.
La porta si apre, ecco il dottore:....."buongiorno sono LAZ......, adesso è tutto a posto, abbiamo praticato una CORONAROGRAFIA, una ANGIOPLASTICA ed applicato uno STENT....."un momento dottore non capisco, mi dica con altre parole, la prego" dico io frastornato e confuso. D'accordo:..."Siamo entrati, attraverso una vena del polso e con uno speciale strumento, dentro l'arteria coronarica destra che era ostruita e, tramite il gonfiaggio di speciali palloni all'estremita dello strumento, abbiamo, allargandola, riportato l'interno della coronaria alle sue dimensioni pressochè normali ottenendo così il ripristino del passaggio del sangue al suo interno, ma non ci è bastato e non bastava, oltre questo abbiamo anche inserito all'interno della stessa uno speciale tubicino, all'altezza della sua precedente malformazione, fatto di speciale materiale, onde evitare che la coronaria potesse nuovamente deformarsi, in pratica l'abbiamo rinforzata in quel punto in cui avevamo trovato la deformazione causa dell'infarto" Grandi! Tutto ciò, tutto questo lavoro all'interno di una vena, che sarà.....1 millimetro o due? Ma come avranno fatto? Dopo questa esauriente conversazione, ringrazio sentitamente il Dottore e vado finalmente da mia moglie che, in ansia mi aspettava. E' tranquilla le chiedo le sue impressioni e mi rincuoro sentendo che dopo una puntura al polso, senza dolore, ha seguito pressochè tutto ciò che veniva effettuato all'interno del suo CUORE, adesso tornato all'efficienza naturale come originariamente previsto dall' "AUTORE DEL DISEGNO" il disegno della vita..
Tutto questo lascia in me un grande senso di malinconia perchè non sapevo e non conoscevo e perchè, nonostante tutto niente possiamo contro i DISEGNI SUPREMI, possiamo solo fare dei tentativi di correzione, di cura, di risoluzione questo sì, ma non è detto che sempre riescano, questa volta fortunatamente ci siamo riusciti grazie alla Scienza, ma non solo grazie a lei, il grazie più grande è dovuto a Colui che ha dotato i medici di facoltà tali di poter intervenire sui problemi vitali.
Chiarissimo Dottor COLOMBO
Mi son permesso di rubarLe un po' del Suo tempo, spero che non me ne voglia, ma mi è venuto tutto così, di getto, avevo bisogno di sfogarmi e con chi meglio che con Lei, dopo che avevo visitato il Suo sito sul quale ho trovato parole di conforto e di aiuto ed informazioni preziose per colmare le enormi lacune sull'argomento che mi contraddistinguevano fino ad oggi. Son sempre un'ignorante, nel senso buono del termine, ma qualcosa di più adesso ne sò, mio malgrado, anzi, no mio malgrado, ma fortunatamente, perchè la conoscenza è ragione. Come Le ho già detto questo è un mio sfogo e non Le chiedo ulteriore tempo per una risposta. Anche perchè non vedo cosa potrebbe rispondermi. Ho detto quel che mi sentivo sul momento, a caldo, d'impulso, con tutti i possibili sfondoni che ne possono essere venuti fuori.
Non ci sono parole per ringraziare abbastanza chi, come Lei, contribuisce in questa maniera a sconfiggere la "BESTIA", a salvare VITE mediante lo studio della Scienza.
Ferrante TORRINI
----- Original Message -----
From: ALESSANDRO COLOMBO
Sent: Wednesday, June 07, 2006 10:47 PM
Subject: RE: CORONAROGRAFIA PER ME TUTTO NUOVO E GRANDE. CRONACA DI UN'ESPERIENZA
Caro signor Torrini,
sto rileggendo oggi la sua lettera e non ricordo se le già le risposi in precedenza. Mi congratulo ancora per il suo ottimo senso letterario. Lei ha notevoli doti di scrittore. Mi mandi altri racconti, se ne ha.
Cordialmente
Alessandro Colombo
Egr.Dr. COLOMBO
La ringrazio per l'apprezzamento che ha voluto riservarmi e La informo che provvederò volentieri ad inviarLe altro, mi auguro però di poter divergere dall'oggetto della mia precedente e trattare di argomenti più, diciamo così.....ameni. Comunque non sono dotato di particolari doti di scrittore, come Lei dice, penso, se veramente c'è della qualità nel mio scritto, che sia dovuto al fatto di essere stato particolarmente colpito da quanto ci è accaduto, come Le ho detto nel mio scritto, tutto mi è venuto d'impulso e di getto in seguito al.... "fattaccio".
La ringrazio di nuovo e porgo cordiali saluti.
Ferrante TORRINI
Circa un anno e mezzo dopo ci sono caduto anch'io,
ma in seguito all'esperienza vissuta, ero preparato ed
adesso...........sono quì a raccontarlo.
PERCHE' MI HAI LASCIATO SOLO ?
I giorni in cui hai visto solo un’orma sulla sabbia sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio.”
Anonimo brasiliano
"Ne patiaris impetum animi tui delabi et refrigescere. Contine illum et constitue, ut habitus animi fiat quod est impetus."
Poesia | |
Questa mia è solo una citazione di alcune righe da me trovate qualche tempo fa non so dove e che tengo da alcuni anni sulla scrivania del mio ufficio.
Fatene, se vorrete, l'uso che riterrete più opportuno. Ferrante Torrini Donare un sorriso rende felice il cuore. Arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona. Non dura che un istante ma il suo ricordo rimane a lungo. Nessuno è così ricco da poterne fare a meno ne così povero da non poterlo donare. Il sorriso crea gioia in famiglia, da sostegno nel lavoro, ed è segno tangibile di amicizia. Un sorriso dona sollievo a chi è stanco rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza è medicina. E se poi incontri chi non te lo offre sii generoso e porgigli il tuo: nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo. |